La margotta

La margotta è una tecnica di riproduzione delle piante che sfrutta lo stesso principio della talea; ma, mentre la talea per attecchire deve essere necessariamente di piccole dimensioni, al contrario la margotta permette di ottenere in pochi mesi (a volte, poche settimane) un esemplare "adulto", già formato e con le medesime caratteristiche dell’essenza dalla quale è stato separato. In pratica, il sistema consiste nel prendere una parte dell’albero che ci interessa e ripiantarla dopo averle fatto produrre le radici.

LE SPECIE ADATTE
In teoria tutte le piante si possono riprodurre da margotta; la differenza tra una specie e l’altra è costituita solamente dal tempo di attecchimento. Alberi vigorosi, come Acero, Melograno, Olmo, ecc. emettono radici in 4-8 settimane; mentre, le essenze sempreverdi e le conifere impiegano diversi mesi (a volte anni) per avere un apparato radicale sufficiente.

MATERIALI OCCORRENTI

Un Coltello ben affilato per effettuare i tagli; lo Sfagno da utilizzare come substrato; un prodotto radicante, per agevolare lo sviluppo delle radici; una pellicola trasparente per avvolgere lo sfagno; un pellicola di alluminio per coprire il tutto;  lo spago per legare e una siringa per irrigare. Oppure, per operare in modo professionale, si può utilizzare l'apposito dispositivo "Propagator".  

 


COME OPERARE

Una volta individuata la parte dell’albero che ci interessa, con l’aiuto di un coltello affilato, bisogna fare un taglio circolare nel punto da dove dovranno spuntare le radici e un altro taglio, più sotto, ad una distanza corrispondente all’incirca ad una volta e mezza il diametro del tronco.

A questo punto, facendo una incisione verticale tra i due tagli, si elimina l’anello di corteccia risultante.
Occorre ricordare che la linfa sale lungo la parte interna legnosa del tronco, arriva alle foglie dove viene elaborata, e ridiscende verso le radici passando nella zona immediatamente sotto la corteccia, chiamata "libro".
Lo scopo di questa operazione consiste nell’interrompere il flusso discendente della linfa elaborata, in modo da provocare la fuoriuscita di radici; va da sé che se non si elimina completamente la zona del libro, la linfa continua a fluire verso il basso compromettendo l’esito di tutta l’operazione.
Perciò, è di fondamentale importanza levigare con il coltello la zona scortecciata, fino a togliere qualche truciolo della parte legnosa, in modo da essere sicuri di aver eliminato tutto il libro.

A questo punto, va coperta tutta la superficie del taglio superiore con il radicante, quindi, si prende lo sfagno, precedentemente tenuto a bagno in una soluzione di acqua e vitamina B, lo si strizza per eliminare l’acqua in eccesso e si colloca attorno alla zona scortecciata; poi, con un foglio di plastica trasparente si avvolge e si lega, sopra e sotto, con uno spago. Infine, si ricopre il tutto con una pellicola di alluminio; questa soluzione consente di tenere la margotta al buio, indispensabile per lo sviluppo delle radici, ma allo stesso tempo permette di sollevare periodicamente la pellicola per controllare lo stato della radicazione.

Ora che la prima fase è terminata, ogni 4-5 giorni, utilizzando una siringa, si immette dell’acqua nella parte superiore per mantenere umido lo sfagno; con la stessa siringa, vanno fatti dei fori di drenaggio nella parte inferiore (utilizzando il "Propagator" basta versare l'acqua nella parte superiore,eliminando l'uso della siringa).

 

Dopo almeno 4 settimane, togliendo la pellicola di alluminio, si può iniziare a ispezionare la margotta per verificare lo stato della radicazione; quando sarà visibile un apparato radicale ben sviluppato, si potrà tagliare immediatamente sotto per staccare l’alberello dalla pianta madre.

Il nuovo soggetto andrà "alleggerito" con una potatura dei rami più lunghi e una parziale defogliazione, allo scopo di non sovraccaricare le giovani radichette, quindi immediatamente collocato in un vaso da coltivazione leggermente più grande del futuro vaso definitivo. Il terreno andrà annaffiato quando si presenterà asciutto, mentre, per il primo mese, sarà opportuno nebulizzare la chioma tutti i giorni con acqua e una volta a settimana con la vitamina B.

L’anno successivo si potrà collocare l’alberello nel vaso definitivo in gres.


Stagioni di applicazione e mesi necessari per l’attecchimento di alcune specie (tempi indicativi)

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Acero    -    Estate     -     2 mesi

Albicocco giap.    -     Estate     -      3 mesi

Azalea     -      Primavera     -      3 mesi

Biancospino     -      Estate     -     5 mesi

Bosso      -     Primavera      -     3 mesi

Camelia     -     Primavera     -     4 mesi

Carpino     -     Estate      -     5 mesi

Chaenomeles     -     Estate     -     3 mesi

Ciliegio      -     Estate     -     3 mesi

Cotoneaster     -     Estate     -     3 mesi

Faggio     -     Estate     -     3 mesi

Glicine     -     Estate     -     2 mesi

Ginepro     -     Primavera     -     12 mesi

Ginkgo      -     Estate     -     3 mesi

Melo     -     Estate     -     3 mesi

Melograno      -     Primavera     -     2 mesi

Olivo      -     Primavera     -     4 mesi

Olmo      -     Estate     -     2 mesi

Pero     -     Estate     -     6 mesi

Pino     -     Primavera     -     18 mesi

Tassodio     -     Primavera     -     2 mesi