BONSAI PINO A CINQUE AGHI


In Giappone, quando si pronuncia la parola bonsai, la prima pianta a cui si pensa è il Pino;
l’essenza più amata dai grandi maestri, che più di ogni altra incarna lo spirito dell’”arte che vive”.
Le varietà di Pino utilizzate come bonsai sono molte, ma ora parleremo di una delle più diffuse e delle più belle: il Pinus parviflora (var. pentaphilla). Il nome deriva dalla caratteristica peculiare di questa specie la quale, a differenza degli altri Pini che in genere hanno gli aghi a coppie, presenta l’apparato fogliare composto da mazzetti di 5 aghi, corti e di un delicato color verde azzurrognolo.
Il Pino è una essenza particolarmente resistente alle avversità atmosferiche, ma non lo è per quanto riguarda le cure dell’uomo; infatti, il peggior nemico di questa pianta è il bonsaista inesperto, il quale riesce ad uccidere un pino centenario con una irrigazione (o una concimazione) non calibrata, incapace di cogliere gli impercettibili messaggi lanciati da un Pino sofferente.

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ESPOSIZIONE
Come per tutte le conifere (Ginepri, Cedri, Abeti, ecc.) è buona norma collocare il Pino a cielo aperto, in modo che la rugiada notturna inumidisca la chioma; se l’ambiente invece è coperto, si dovranno effettuare delle nebulizzazioni con acqua sulla vegetazione. Inoltre, per avere uno sviluppo sano e armonioso di questa pianta, è indispensabile che l’ambiente sia luminoso e ben ventilato.

In primavera, è conveniente tenere il bonsai in pieno sole: un’adeguata illuminazione permette alla pianta di sviluppare con vigore, producendo aghi corti, vegetazione compatta ed uniforme.
In estate, si può continuare a tenerlo esposto al sole, a patto di coprire il vaso per non far surriscaldare l’apparato radicale, il quale, a differenza della chioma, non sopporta il caldo; infatti, se la temperatura del terreno supera i 40 gradi, si rischia un blocco delle funzioni a livello delle radici, con il pericolo di andare incontro ad un marciume radicale. La collocazione ideale per i mesi estivi è quella che permette al bonsai di prendere il sole tutta la mattinata, rimanendo ombreggiato il pomeriggio.
In autunno, ci si può regolare come in primavera, esponendo il bonsai in pieno sole così da permettergli di vivere in salute il periodo vegetativo, che nelle regioni del centro-sud si protrae da settembre a novembre.
In inverno, i Pini possono essere tenuti tranquillamente all’esterno; avendo l’accortezza, se si vive nelle regioni del nord, di proteggere il vaso dalle gelate, poiché come già detto, la radice è la parte più sensibile al caldo e al freddo.

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ANNAFFIATURA
L’annaffiatura del Pino a 5 aghi va eseguita con la massima cura; questa essenza non ama la siccità, però bisogna fare attenzione a non tenere il substrato costantemente umido, ma bisogna aspettare sempre che sia asciutto prima di annaffiare; ripetendo l’operazione due o tre volte a distanza di qualche minuto, per fare in modo che il substrato assorba completamente l’acqua versata. Inoltre, come gia detto sono molto salutari le nebulizzazioni sulla chioma che, d’estate, è consigliabile effettuare quotidianamente.

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POTATURA
Come per la maggior parte dei bonsai, il periodo migliore per effettuare la potatura è l’inverno, stagione di riposo vegetativo. La potatura si effettua con la tronchese concava, evitando le potature drastiche e lasciando sempre un ciuffo di vegetazione all’apice dei rami accorciati, per evitare che muoiano a causa del ritiro di linfa. Quando occorre eliminare un ramo dal tronco, prima va accorciato a 1  cm. poi con la tronchese sferica si elimina completamente lasciando il tipico incavo nel tronco, che sarà riempito dal callo di cicatrizzazione. Infine, ricordarsi di medicare i tagli con la pasta cicatrizzante.
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PINZATURA
Dopo la potatura d’impostazione, la tecnica principale per ottenere una silhouette armoniosa è la pinzatura delle candele. In primavera, quando i nuovi germogli (detti candele) hanno raggiunto la lunghezza di 3 cm., vanno accorciati ad 1 cm.  semplicemente spezzandoli con le dita, oppure, con l'apposita forbice per conifere. Questa tecnica serve a far ramificare il germoglio, in modo da ottenere un bonsai con rami ed aghi corti e folti.

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RINVASO
Il rinvaso del Pino a 5 aghi va eseguito ogni 3-5 anni, operando con attenzione poiché questa essenza è molto delicata a livello delle radici. Come per la potatura, il periodo migliore per il rinvaso va da novembre a marzo.
Al momento di estrarre il bonsai dal vaso, potremmo trovarci davanti ad un fenomeno allarmante: la presenza di una muffa bianca attorno al pane radicale; niente paura, la micorriza (questo è il suo nome) è un fungo benefico che vive in simbiosi con le radici del Pino pentaphilla, favorendo il sano sviluppo del bonsai, perciò, la sua presenza è un segnale positivo che va salutato con gioia.
Una volta appurato che il bonsai ha bisogno di essere rinvasato (bisogno che si evince dal fatto che, osservando lateralmente la zolla, le radici sono talmente numerose da non lasciar intravedere la terra) la prima cosa da fare è di togliere gran parte della micorriza,    per metterla sopra il primo strato di terra che verseremo nel vaso prima di ripiantare il bonsai. A questo punto, l’apparato radicale deve essere ridotto di 1/3 cercando di salvare le radici capillari, che andranno accorciate ma non eliminate. L’intervento va realizzato nel minor tempo possibile, in un ambiente fresco e senza vento; questo per evitare il disseccamento dei capillari.
Il substrato deve avere un perfetto drenaggio, perciò, conviene utilizzare il Kiryu, o la classica Akadama fine, dopo averne eliminato la parte polverosa con un setaccio.
Ricordarsi di rinvasare solo piante in buona salute e, se l’inverno è particolarmente rigido, proteggere dal gelo i Pini appena rinvasati. Inoltre, dopo il rinvaso è opportuno nebulizzare settimanalmente sulla chioma una soluzione di acqua e vitamina B. Dopo 4 settimane si può sospendere la vitamina e, se ci troviamo in primavera, si può procedere alla concimazione.

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CONCIMAZIONE
Deve essere scarsa nella quantità, ma costante nel tempo, per tutto il periodo vegetativo (marzo-giugno e metà agosto, metà ottobre). Perciò, attenzione a non esagerare con le dosi e usare preferibilmente fertilizzanti a lenta cessione, come BiogoldHanagokoro, ecc.)

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AVVOLGIMENTO
Per l'avvolgimento dei Pini, i più esperti preferiscono utilizzare il filo in rame, al posto del classico filo in alluminio ramato, poichè a parità di diametro ha una maggiore tenuta; inoltre, a causa della naturale ossidazione di questo metallo, si mimetizza sul ramo dopo pochi giorni dall'applicazione. Il filo si può applicare tutto l’anno; per orientare i rami  si può avvolgere la nuda corteccia senza problemi, al contrario, se dobbiamo piegare fortemente un ramo o addirittura il tronco, è opportuno avvolgerlo preventivamente con della rafia. Oltre al filo, per piegare i rami più grossi si possono utilizzare anche i Martinetti.

Quando si decide di applicare il filo, è consigliabile non annaffiare il bonsai nei giorni precedenti, in modo da avere rami più flessibili.

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DIFESA DAI PARASSITI
I nemici più comuni del Pino sono gli Acari e la Cocciniglia. Un programma efficace di protezione  può essere costituito da  trattamenti preventivi effettuati a cadenza quindicinale, con un buon acaricida/anticocciniglia
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Per difendere la pianta dal marciume radicale, è consigliabile uno o due trattamenti l’anno con il TRV.
Infine, quando si effettuano i trattamenti preventivi o curativi, è buona norma miscelare della vitamina B nella soluzione antiparassitaria.