ACIDI UMICI - di A. Ricchiari

Ogni bonsaista sa quali sono le esigenze nutrizionali delle piante coltivate in vaso. Ora queste esigenze, per quanto riguarda l'alimentazione proveniente dall'apparato radicale devono essere garantite dal terreno nel quale affondano le radici della pianta. Oltre ai fertilizzanti proposti in commercio quale miscela di elementi chimici, abbiamo la possibilità di trovare gli elementi nutritivi delle piante anche nei concimi naturali o organici che, se per certi aspetti quali i costi o la lentezza della cessione possono farli prevalere sui concimi chimici, presentano qualche problema pratico derivante dalla emanazione di odori.

Infine dobbiamo considerare che le sostanze organiche decomposte ed in via di decomposizione generano l'humus che possiamo individuare come un insieme di microrganismi (funghi e batteri) che decompongono le sostanze animali e vegetali trasformandole profondamente, elaborando e rilasciando gli elementi necessari alla nutrizione della pianta che, senza questa opera, non sarebbe in grado di assimilare.
L'humus accresce la capacità del terreno di assorbire l'acqua, rende i terreni duri più sciolti ed areati favorendo la solubilizzazione degli elementi minerali che vengono così resi disponibili perle piante.

Una buona parte è costituita dal cosiddetti acidi umici che si legano strettamente al componenti minerali argillosi del suolo.

Chiariamo subito che gli acidi umici non sono concimi ma ammendanti, e non apportano quindi alcun nutriente ma agiscono da mediatori fisico-chimici nei confronti dei nutrienti.

Le sostanze umiche si dividono in :

acidi fulvici

acidi umici

umina.


La frazione che concede maggiori benefici è quella costituita appunto dagli acidi umici. Di colore marrone scuro, sono macromolecole originate dalla decomposizione di materiali organici e le fonti primarie di produzione sono i concimi organici, le torbe, la lignite e la leonardite. Gli acidi umici sono molecole facilmente assorbibili dalle radici a differenza dell’umina che ha una massa molecolare grossa, quindi difficilmente assorbibile.

Gli acidi umici attirano e ritengono (chelare) molecole di nutrienti e li rilasciano quando e radici ne fanno richiesta, migliorano l’assorbimento dei microelementi nelle piante.

Vediamo che lo strato scuro che caratterizza il terriccio universale prende il nome di humus ed è costituito prevalentemente da acidi umici. Questi sono quindi una componente essenziale del suolo perché assicurano il rilascio lento di nutrienti, l’aggiunta di microelementi attraverso processi di chelazione, capacità tampone del suolo, aumento della capacità di assorbimento e di scambio di elementi nutritivi e danno infine il supporto per lo sviluppo della microflora e della microfauna.

L’utilizzo degli acidi umici nella coltivazione dei bonsai ha dato ottimi e apprezzabili risultati nelle fasi primaverile e autunnale della fertilizzazione. Impiegati durante l’uso dei concimi organici a lenta cessione, provocano un aumento di utilizzo dei nutrienti prodotti dalla decomposizione di singoli ovuli, diminuendo le perdite per percolazione (lento passaggio di un liquido attraverso un solido ad azione filtrante, allo scopo di suscitare reazioni chimiche o di sciogliere sostanze contenute nella massa solida n.d.a.).

Possiamo stimare il guadagno in termini di nutrienti di circa il 30%, passando dal 50-60% all’80-90%. In termini pratici, sui bonsai si è osservato un aumento dei germogli, degli internodi, dei fiori e frutti. Maggiore resistenza ai fattori stressanti quale: caldo, freddo, inquinamento, effetto tossico dei prodotti fitosanitari, migliore sviluppo radicale, ottimizzazione della struttura del suolo, migliore ritenzione idrica dei singoli grani.

Si possono somministrare ogni 7-10 giorni in primavera ed in autunno. Consigliamo il formulato liquido perché più efficace per il ridotto tempo di azione nelle fasi di chelazione e stimolazione radicale.

 I migliori sono quelli provenienti da leonardite dei giacimenti americani, con un minino del 20% di sostanza umica.

Antonio Ricchiari